La Vergine è raffigurata con le mani giunte in preghiera e la testa leggermente inclinata verso sinistra. Il velo le copre i capelli e le spalle ed è sorretto sul davanti dal braccio sinistro.
Il dipinto, con il suo elegante allungamento degli elementi somatici, è di carattere settecentesco. Mostra anche tracce di influenze che potrebbero essere riconducibili alla scuola senese, con un possibile richiamo a Carlo Maratta, una figura centrale della pittura italiana nella seconda metà del Seicento. È presente un’iscrizione sul retro: “136”.
L’opera si completa con la cornice originale sagomata in oro e nero.