Allievo del più celebre Ventura Salimbeni, Sebastiano Folli (1569-1621) accompagnò il maestro durante i suoi lavori romani di fine Cinquecento prima di affermarsi a Siena soprattutto in qualità di frescante. La tela, datata 1612, raffigura il momento in cui Santa Caterina dona il suo mantello ad un povero malvestito, immortalando uno dei tanti gesti di carità compiuti dalla santa nel corso di una vita tutta rivolta ai più bisognosi. Ricordiamo che il pittore Bartolomeo Neroni aveva dipinto pochi decenni prima una scena analoga per il Santuario della Casa di Santa Caterina dove però era Cristo stesso a presentarsi sotto le sembianze di un povero. Pare dunque possibile che anche il Folli abbia voluto in qualche modo ricordare questo miracolo, che godette di fortuna iconografica fino al XIX secolo. La tela presenta un’iscrizione a pennello in basso a destra in cui si legge la scritta “SEBAST. FUL.”. Un’accurata analisi del dipinto ha mostrato la datazione 1612, non chiaramente leggibile. L’opera presenta interessanti brani proto naturalistici, come quello del panno offerto dalla Santa, finemente lumeggiato. Si tratta di elementi dovuti a influenze dei pittori riformati fiorentini, più che al “netto filone naturalistico” entro cui il Folli tende ad inserirsi con questa tela.