La tela con il Miracolo di San Raimondo che resuscita una Fanciulla, dipinta da Francesco Rustici nel 1616 mostra la giovane miracolata su un giaciglio cosparso di fiori avvolta nel candore di un abito bianco, intenta ad innalzare le mani al cielo in segno di preghiera, mentre un raggio che squarcia una nube si dirige dall’alto verso di lei. Numerose figure, ciascuna caratterizzata da una particolare posa ed espressione di stupore, la accerchiano. La luce si diffonde da destra a sinistra e ha il suo centro di irradiazione nella torcia tenuta in mano dalla figura sulla destra alle spalle della resuscitata. Lo sfondo sulla sinistra si apre in una fuga prospettica, incorniciata da architetture classicheggianti. Suggestivo particolare è quello del gatto dipinto in primo piano che contrappone il suo sguardo diretto allo spettatore a quelli delle altre figure tutte rivolte ad osservare la fanciulla. Il dipinto è collocato in fondo alla parete destra della Chiesa di San Raimondo al Refugio, posizionato specularmente rispetto a un’opera sulla parete sinistra, raffigurante “San Raimondo attraversa le acque sul mantello” dipinta da Stefano Volpi. San Raimondo da Peñafort (1175 – 1275), patrono dei giuristi e della facoltà di diritto canonico, entrò a far parte dell’ordine Domenicano nel 1222 e ne divenne maestro generale nel 1238. La canonizzazione del santo catalano risale al 29 aprile 1601 durante il pontificato di Clemente VIII, appena una quindicina d’anni prima della realizzazione di quest’opera del pittore senese. La tela per la Chiesa di San Raimondo al Refugio mostra le spiccate doti pittoriche del giovane Francesco Rustici nella resa delle luci, con i ricercati contrasti luministici creati dai bagliori delle fiaccole, negli armoniosi accostamenti dei colori e infine nella costruzione dello spazio, con la visione prospettica che buca lo sfondo sulla sinistra del dipinto alternata alla chiusura dello spazio sulla parte destra, dove si affollano le figure in primo piano. Vincenzo Rustici venne pagato nel 1616 proprio per dipingere la tela con il Miracolo di San Raimondo che resuscita una Fanciulla, ma l’attribuzione dell’opera al figlio Francesco non è mai stata messa in discussione dalla critica, nonostante il ritrovamento di documenti che testimoniano il pagamento a Vincenzo. Non è certo cosa inusuale nel corso dei secoli che i contratti di lavoro relativi a opere di pittori molto giovani ancora sotto l’egida di un padre anch’esso pittore, vengano formalmente stipulati con quest’ultimo