Il dipinto, raffigurante l’Adorazione dei Magi, è stato realizzato dal senese Astolfo Petrazzi. Stilisticamente l’opera risente della pittura fiorentina riformata di Cigoli e Matteo Rosselli oltre che delle soluzioni impiegate da Rutilio Manetti agli inizi del secondo decennio del Seicento (vedi ad esempio la tela del Refugio con San Galgano e l’Angelo). Pertanto la datazione dovrebbe cadere tra il 1613 e il 1620. I Re Magi, specialmente i due in primo piano, si caratterizzano per le ricercate vesti che indossano, descritte con straordinaria cura ed l’eleganza. I tre piccoli contenitori d’oro che presentano alla Sacra Famiglia contengono oro, incenso e mirra. Sullo sfondo, sotto un cielo tempestoso, si intravede il seguito di paggi e servitori che aveva accompagnato i tre sovrani durante il lungo cammino. Notevoli gli aspetti luminosi e cromatici di questa tela, di cui ci parla con vivo apprezzamento Ettore Romagnoli (1976). I caratteri stilistici, specie il chiaro rapporto con l’opera del Manetti degli anni 1613-16, inducono ad una datazione precedente al 1620. Il dipinto è menzionato da Fabio Chigi nel 1625 e questo conferma una tale datazione. Il cromatismo caldo e pastoso e lo sfondo caratterizzato da figurette e cavalli quasi evanescenti, di ricordo veneto, può essere un riflesso dello stile di Pietro Sorri.